Sunday, November 18, 2007
Tuesday, June 20, 2006
Accident or Design?
Salve M,
grazie di essere sempre presente ad aiutarmi. Nel tuo email mi fai qualche domanda. Rispondo prima di procedere con la prossima fase del mio resoconto.
Lo strumento usato per riflettere insieme agli altri e produrre il documento di sintesi è stato (in versione piuttosto ridotta) il Metaplan. Se ne vuoi sapere di più, fammi sapere.
Il secondo punto è più complesso. Già vedere i prodotti degli altri mi ha fatto capire di più dei LO. Il feedback del docente e del tutor idem. L'importante è stato cercare di modificare quello che chiami il mio prodotto in base ai suggerimenti degli altri. Sì, l'ho fatto. Le cose che sapevo fare. Non sono riuscito a modificare la parte autovalutativa con il programma Flash. Ma quella è un'altra storia. Ci ritornerò.
Se hai letto bene l'inizio di questa parte, avrai visto che l'ho chiamata Accident or Design. Urge una spiegazione.
Non ci siamo subito messi a lavorare su un nuovo Learning Object. Il nostro compito è stato di approfondire le nostre conoscenze riguardo l'Instructional Design. Che cosa ho fatto esattamente? Ho letto non poco materiale - per fortuna nella mia lingua materna - che ho poi riassunto in italiano. Questi sunti ho messo a disposizione degli altri membri del gruppo - giusto come hanno fatto gli altri. (Dopo ti mando un link a questi lavori)
In questo modo siamo entrati nel vivo, o per meglio dire nel profondo, del discorso su come preparare e impostare un LO. Non si è trattato ovviamente di produzione di materiale per la creazione di un LO né di un’esercitazione di strumenti nuovi, ma di produzione di materiale di riferimento e di approfondimento. Per questo motivo, analizzando ciò che ho fatto, non faccio riferimento a criteri o descrittori relativi alla costruzione di oggetti, bensì a indicatori che riguardano il metodo di lavoro, la costruzione di saperi, la metacognizione del modello di lavoro e la condivisione tra componenti di un gruppo di lavoro.
Cerco di essere breve e di annotare i punti essenziali:
· Mi è stato detto dagli altri membri del gruppo che i miei riassunti erano troppo sintetici. E’ possibile. Forse non ho reso abbastanza espliciti diversi passaggi. A volte non è stato facile perché si trattava di concetti presentati già in modo schematico.
· Le idee nuove mi hanno permesso di estendere la mia visione di un LO ben oltre la “semplice” realizzazione tecnica. Mi hanno fornito un contesto pedagogico, che sono riuscito a sentire quasi “mio” nel senso, che operando già nel campo della didattica, programmare un percorso di apprendimento non è una cosa nuova. Certo, mi hanno permesso di vedere la questione da un diverso punto di vista, quello di una progettazione che mira ad un uso autonomo e consapevole di oggetti didattici.
· Tuttavia, data la ristrettezza dei tempi e la quantità di materiale da leggere e riassumere, la condivisione dei saperi e delle reazioni con gli altri non è stata completamente soddisfacente. In gran parte, pur avendo assimilato le idee principali dei vari modelli dell’Instructional Design, non sono riuscito a discuterne con gli altri. Questo significa che mi sono creato un reservoir di saperi, ma questi sono rimasti ad uno stadio poco operativo anche perché non raffinati grazie ad uno scambio di vedute.
· Essenzialmente, si ritorna sempre all’idea della rilettura e della riflessione. Giusto come in questo momento rifletto sulle mie azioni e sulle mie costruzioni, così anche per quanto riguarda i saperi nuovi si tratta di andare a ritrovarli e, almeno in parte, anche riscoprirli alla luce di esperienze nuove, che forse a prima vista non sono strettamente collegate agli approfondimenti fatti.
Chiudo qui per adesso, M. Non dimenticherò di farti avere i documenti che ho preparati in questa fase.
grazie di essere sempre presente ad aiutarmi. Nel tuo email mi fai qualche domanda. Rispondo prima di procedere con la prossima fase del mio resoconto.
Lo strumento usato per riflettere insieme agli altri e produrre il documento di sintesi è stato (in versione piuttosto ridotta) il Metaplan. Se ne vuoi sapere di più, fammi sapere.
Il secondo punto è più complesso. Già vedere i prodotti degli altri mi ha fatto capire di più dei LO. Il feedback del docente e del tutor idem. L'importante è stato cercare di modificare quello che chiami il mio prodotto in base ai suggerimenti degli altri. Sì, l'ho fatto. Le cose che sapevo fare. Non sono riuscito a modificare la parte autovalutativa con il programma Flash. Ma quella è un'altra storia. Ci ritornerò.
Se hai letto bene l'inizio di questa parte, avrai visto che l'ho chiamata Accident or Design. Urge una spiegazione.
Non ci siamo subito messi a lavorare su un nuovo Learning Object. Il nostro compito è stato di approfondire le nostre conoscenze riguardo l'Instructional Design. Che cosa ho fatto esattamente? Ho letto non poco materiale - per fortuna nella mia lingua materna - che ho poi riassunto in italiano. Questi sunti ho messo a disposizione degli altri membri del gruppo - giusto come hanno fatto gli altri. (Dopo ti mando un link a questi lavori)
In questo modo siamo entrati nel vivo, o per meglio dire nel profondo, del discorso su come preparare e impostare un LO. Non si è trattato ovviamente di produzione di materiale per la creazione di un LO né di un’esercitazione di strumenti nuovi, ma di produzione di materiale di riferimento e di approfondimento. Per questo motivo, analizzando ciò che ho fatto, non faccio riferimento a criteri o descrittori relativi alla costruzione di oggetti, bensì a indicatori che riguardano il metodo di lavoro, la costruzione di saperi, la metacognizione del modello di lavoro e la condivisione tra componenti di un gruppo di lavoro.
Cerco di essere breve e di annotare i punti essenziali:
· Mi è stato detto dagli altri membri del gruppo che i miei riassunti erano troppo sintetici. E’ possibile. Forse non ho reso abbastanza espliciti diversi passaggi. A volte non è stato facile perché si trattava di concetti presentati già in modo schematico.
· Le idee nuove mi hanno permesso di estendere la mia visione di un LO ben oltre la “semplice” realizzazione tecnica. Mi hanno fornito un contesto pedagogico, che sono riuscito a sentire quasi “mio” nel senso, che operando già nel campo della didattica, programmare un percorso di apprendimento non è una cosa nuova. Certo, mi hanno permesso di vedere la questione da un diverso punto di vista, quello di una progettazione che mira ad un uso autonomo e consapevole di oggetti didattici.
· Tuttavia, data la ristrettezza dei tempi e la quantità di materiale da leggere e riassumere, la condivisione dei saperi e delle reazioni con gli altri non è stata completamente soddisfacente. In gran parte, pur avendo assimilato le idee principali dei vari modelli dell’Instructional Design, non sono riuscito a discuterne con gli altri. Questo significa che mi sono creato un reservoir di saperi, ma questi sono rimasti ad uno stadio poco operativo anche perché non raffinati grazie ad uno scambio di vedute.
· Essenzialmente, si ritorna sempre all’idea della rilettura e della riflessione. Giusto come in questo momento rifletto sulle mie azioni e sulle mie costruzioni, così anche per quanto riguarda i saperi nuovi si tratta di andare a ritrovarli e, almeno in parte, anche riscoprirli alla luce di esperienze nuove, che forse a prima vista non sono strettamente collegate agli approfondimenti fatti.
Chiudo qui per adesso, M. Non dimenticherò di farti avere i documenti che ho preparati in questa fase.
P.S. Mi sono chiesto, appunto: How much learning happens by design, how much by accident?
Sunday, February 12, 2006
My favourite cyberspace
